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domenica 29 giugno 2008

Il genocidio: le leggi ci sono, i tribunali anche, allora perchè si continua ancora ad uccidere per motivi legati alla razza?

16 febbraio 2007: sentenza sulla Serbia della corte internazionale di giustizia.

La base legale su cui si basa tale organo è la convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio del 1948 (articoli 9-12).

Ciascuno degli atti commessi con l’intenzione di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso è considerato genocidio.

Il genocidio riguarda quindi:

Ø l’uccisione di membri del gruppo

Ø lesioni gravi di integrità fisica o mentale

Ø il fatto di sottoporre il gruppo a condizioni che portino alla distruzione fisica

Ø misure attuate per impedire nascite all’interno del gruppo

Ø trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo etnico all’altro

L’articolo 3 della convenzione stabilisce che saranno puniti con l’accusa di genocidio coloro che avranno l’intesa mirante a commetterlo, l’incitamento diretto al pubblico a commetterlo, il tentativo di genocidio e la complicità in esso.

L’articolo 4 sancisce una punizione per chi commette questi atti.

L’articolo 5 invita gli stati ad emanare leggi su questo punto.

L’articolo 6 afferma che le persone accusate di genocidio saranno processate dalla corte internazionale.

Nel 1993 è stata creata la corte penale speciale per la ex Jugoslavia (Carlo del Ponte, ticinese).

Questa corte è stata incaricata di giudicare Mladic (considerato un piccolo Hitler) per la sua responsabilità nella guerra dei Balcani, il quale si trovava nelle zone di sicurezza dell’ONU.

La causa nasce con la domanda della Bosnia che accusa la Serbia di questi crimini commessi in queste zone (sentenza del 1996 della corte ammette che la Serbia possa essere una parte in causa).

L’articolo 9 afferma che la corte decide se una parte può essere considerata o meno tale.

L’obbligo di prevenire il genocidio implica l’obbligo di non commetterlo. La corte rileva che vi erano tra Serbia e la Bosnia degli stretti legami di natura politica e finanziaria.

Vi sono stati massacri certamente ma non dei genocidi intesi come tali dal diritto internazionale (al di fuori del caso Srebeniza, nel quale invece c’è genocidio commesso dall’armata nella città).

Ma allora c’è colpa o no della Serbia?

Mladic (e i suoi scorpioni) aveva costituito una parata militare che effettuò il massacro, ma la corte ha stabilito che non erano direttamente dipendenti agli ordini della Serbia. Non è stato quindi stabilito che questi massacri siano stati comandati da organi appartenenti allo stato della Serbia, o di organi che si difendono legati pur sempre allo stato serbo. Però essa avrebbe dovuto prevenire tale massacro come stabilisce la convenzione internazionale, quindi vi è colpa in contraendo. Non potevano non sapere dei rischi seri che vi erano quando vi era quel clima di tensioni in base alle informazioni di cui disponevano. Milosevic non ignorava ciò e tutto il clima che vi era dietro quel movimento. Non ha evitato queste atrocità a Srebeniza dimostrando di esser impotente con quello invece che si sa per certo sulla influenza della Serbia sull’esercito di Mladic. Quindi comporta una responsabilità internazionale. Anche a livello europeo questo comporta conseguenze in quanto se non consegnano i criminali di guerra diventerà difficile l’ingresso della Serbia nell’UE.

Tuttavia il risarcimento del danno non c’è perché non si sa il colpevole.

Oggi vi sono numerose leggi che vietano il genocidio. Ma non sempre è stato cosi. Infatti in passato vi sono state leggi a favore di tale atto criminale.

· Legge 15-9-1935: legge sulla protezione del sangue e dell’onore tedesco. Essa stabiliva che i matrimoni ebrei con tedeschi sono proibiti e vi poteva essere la condanna ai lavori forzati. Chiariva che non potevano nemmeno avere relazioni sessuali.

· Legge 1938: leggi razziali in Italia. Le leggi italiane del 38 sono simili a quelle tedesche del 35, ed il manifesto della Razza fu firmato da molti intellettuali.

· Legge 31-7-1941: legge della soluzione finale della questione ebraica

L’apologia del reato di genocidio oggi è proibita. Sono state emanate anche leggi di responsabilità sulla negazione dell’Olocausto, una legge che però, in quanto vieta la libertà di espressione, può essere una legge pericolosa.

Nel 2001 (25 gennaio) in Francia è stata emanata una legge che riconosce il genocidio fatto dai turchi nei confronti degli armeni nel 1915.

Saranno puniti quindi quelli che avranno contestato l’esistenza del genocidio armeno. Ma è un progetto di legge che ancora non è stato approvato in virtù dei rapporti tesi che scorrono tra la Francia e la Turchia.

Tuttavia bisogna ammettere che è discutibile una legge che frena la libertà di espressione anche se giustificata dalla morale storica. La stessa Francia poi ad esempio nel 2005 ha emanato una legge che premia chi ha partecipato alla materia coloniale, e moralmente quindi è una legge molto discutibile visto quello che è successo nelle colonie francesi.

In Italia è stata emanata una serie di leggi sulla memoria per l’evento drammatico delle foibe.

L'opposizione russa all'autonomia del Kosovo - con l'avallo della Serbia stessa- potrà creare ulteriori tensioni lungo la linea orientale dell'Europa, e se ora si vive tutto sommato in un clima pacifico, a livello politico gli attriti ci sono e sarà compito della diplomazia evitare ulteriori conflitti in un futuro prossimo.

Tuttavia, nonostante tutte queste leggi e i tribunali sorti dopo il processo di Norimberga, l'odio razziale e i crimini contro l'umanità esistono ancora oggi. Perché dopo tutto quello che è stata la guerra si continua ad odiare e a combattere a causa di ragioni futili legate alla razza o alla religione? bisogna dare ragione ad Hobbes che già nell'ottocento diceva "homo homini lupus"? è un'utopia sconfiggere la guerra?

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